Nuovi dati sullo scavo del monastero di San Michele alla Verruca
Sauro Gelichi, Antonio Alberti, Francesca Sbarra
Le ricerche archeologiche nell'area del monastero (S.G.)
Come è noto a partire dal 1996 l'Insegnamento di Archeologia Medievale dell'università Ca' Foscari di Venezia, in collaborazione con 1'Archeoclub di Pisa e le Amministrazioni Comunali di Vicopisano e Calci, sta conducendo indagini archeologiche nell'area del monastero benedettino di San Michele sul Monte Pisano (ALBERTI-GELICHI 1998; GELICHI 2000a-b). Tali indagini hanno permesso di mettere in luce buona parte dell'originario complesso monastico e di comprendere, a grandi linee, le fasi essenziali della sequenza insediativa.
Tale sequenza inizia, stando ai dati finora disponibili, intorno al secolo XI, periodo al quale siamo in grado di attribuire alcuni elementi strutturali, in parte riusati nelle sistemazioni successive del monastero. Sulla cronologia di questi elementi strutturali per il momento è difficile esprimersi, dal momento che non sono stati riconosciuti livelli in associazione: potrebbero appartenere alla fase anteriore la fondazione monastica (che si colloca verso la fine del X secolo) o proprio a questo primo impianto, peraltro attestato dalle fonti scritte. Se il monastero di San Michele è infatti documentato, per la prima volta, verso il tardo X secolo, una chiesa, con la stessa intitolazione e con lo stesso appellativo è nota fin dal secolo precedente. Si può congetturare che la prima comunità monastica qui stanziata e dipendente, almeno agli inizi, dal vicino e poteme monastero di Sesto, avesse riutilizzato l'antica cappella (per le funzioni) e i pochi annessi (menzionati anch'essi in un documento scritto del X secolo).
La ristrutturazione del monastero avvenne intorno alla prima metà del secolo XII, periodo questo che sancisce la piena indipendenza del cenobio e che si palesa, sul piano materiale, attraverso la realizzazione di un impianto organico, incentrato su un ampio chiostro sul quale si dispongono, in senso antiorario, da nord: la nuova chiesa abbaziale (mononave con transetto a croce), una serie di ambienti per l'immagazzinamento, le cucine e il refettorio, la sala capitolare. L' investimento per la realizzazione di questo nuovo impianto testimonia indubbiamente di un periodo di benessere del nostro monastero, peraltro indiretramente confermato da una serie di atti dai quali si rilevano informazioni circa l'acquisizione di beni (per acquisto e donazione) che vanno a collocarsi non solo nell'area del Monte Pisano. Tra le attività economiche che possono aver contribuito a questo fioruit può essere annoverato anche lo sfruttamento di una cava di verrucano. continua...