“Mens sana in corpore sano”. Gli antichi lo avevano già capito, e ora un nuovo studio dell’Università di California, San Francisco, suggerisce addirittura che camminare con regolarità aiuti a conservare la memoria e un cervello più sveglio.
Circa 6000 donne di età dai 65 anni in su, sono state esaminate dai neurologi all’inizio dello studio e dopo 6-8 anni. Oltre all’esame neurologico è stata studiata anche l’attività fisica eseguita dalle donne, in particolare quanto e per quante volte a settimana queste persone camminavano.
Ebbene le signore più attive, sono risultate le più brillanti neurologicamente e quelle con più memoria recente, quella cioè che spesso negli anziani comincia a fare cilecca.
In particolare mentre nel gruppo delle donne sedentarie, il 24% mostrava un peggioramento nei test neurologici a distanza di 6-8 anni, nel gruppo delle donne “camminatrici” solo il 17% aveva questo peggioramento.
Anche se la differenza può sembrare piccola, gli esperti assicurano che non è così, e anzi la considerano molto significativa.
L’attività fisica servirebbe dunque a conservare in buone condizioni anche il cervello, al pari del cuore e dei polmoni.
Perché questo accada ancora non si sa con certezza, ma per alcuni neurologi è verosimile che l’aumento del flusso di sangue e ossigeno al cervello che si verifica durante l’esercizio fisico aerobico sia un importante fattore di protezione della funzione cerebrale.
Camminare è economico, privo di rischi, indicato per quasi tutti e molto utile.
Anche se non si può parlare ancora di un vero rimedio per prevenire la demenza, spesso presente nell’età avanzata, i medici californiani ci hanno dato comunque un buon motivo in più per non scordarci di fare tutti i giorni un po’ di sana attività fisica.
Ebbene le signore più attive, sono risultate le più brillanti neurologicamente e quelle con più memoria recente, quella cioè che spesso negli anziani comincia a fare cilecca.
In particolare mentre nel gruppo delle donne sedentarie, il 24% mostrava un peggioramento nei test neurologici a distanza di 6-8 anni, nel gruppo delle donne “camminatrici” solo il 17% aveva questo peggioramento.
Anche se la differenza può sembrare piccola, gli esperti assicurano che non è così, e anzi la considerano molto significativa.
L’attività fisica servirebbe dunque a conservare in buone condizioni anche il cervello, al pari del cuore e dei polmoni.
Perché questo accada ancora non si sa con certezza, ma per alcuni neurologi è verosimile che l’aumento del flusso di sangue e ossigeno al cervello che si verifica durante l’esercizio fisico aerobico sia un importante fattore di protezione della funzione cerebrale.
Camminare è economico, privo di rischi, indicato per quasi tutti e molto utile.
Anche se non si può parlare ancora di un vero rimedio per prevenire la demenza, spesso presente nell’età avanzata, i medici californiani ci hanno dato comunque un buon motivo in più per non scordarci di fare tutti i giorni un po’ di sana attività fisica.
Elisabetta Ferrari Baliviera