Sullo sperone roccioso a monte del paese spicca la "torre degli Upezzinghi", copia ottocentesca della torre dell'antico castello esistente alla metà dell'XI secolo e smantellato da Firenze nel 1433. L'estrazione di pietra dalle cave capronesi ha progressivamente trasformato il paesaggio della cittadina. Quando lo sperone roccioso era ancora sostanzialmente integro era possibile scorgere intorno alla torretta i resti del forte medievale. Fino agli anni cinquanta, inoltre, a qualche centinaio di metri a ovest dei suddetti ruderi erano visibili le mura di un palazzo la cui costruzione, voluta da Cosimo III, non venne mai portata a termine.
Il castello di Caprona subì una sortita ad opera dei soldati fiorentini il 16 agosto del 1289, azione a cui partecipò anche il giovane Dante Alighieri, arruolato con altri quattrocento cavalieri nelle schiere di Nino Visconti. Il sommo poeta citerà la cittadina nel canto XXI dell'Inferno, vv. 94-96.
« cosi` vid'io gia` temer li fanti
ch'uscivan patteggiati di Caprona,
veggendo se' tra nemici cotanti. »
(Inferno, XXI, 94-96)
Il suddetto castello era collocato ai piedi dello sperone roccioso su cui sorgeva la torre di avvistamento, che permetteva la comunicazione con le strutture fortificate circostanti, cioè la Rocca della Verruca e le torri di Uliveto, per il controllo della stretta zona di terra posta fra il fiume Arno e la propaggine meridionale del Monte Pisano.
tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.2010
Approfondimenti
Emanuele Repetti scrive di Caprona
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