La corsa è il metodo più rapido e più conveniente per mantenersi in forma ma è anche un metodo per avviare una serie di profondi cambiamenti nel corpo e nella mente. Esercitandosi in programmi di corsa possiamo arrivare a scaricare tensioni ed emozioni negative e vivere diversi stati di consapevolezza.
Jung esitava a considerare i suoi pazienti malati e un giorno smise di farli stendere sul divano. "Non voglio più mettere i malati a letto" diceva. Li portava in barca sul lago e li invitava a correre con lui in campagna. Erano i primi del nostro secolo ormai alla fine, ma la ricerca dell’autorealizzazione attraverso lo sport nella civiltà occidentale risale ai giochi sacri dei Greci del VII sec. a.C., tra la polvere e il clamore dell’arena olimpica.
In questi ultimi anni, l’Academy of Sciences di New York ha scoperto che l’effetto terapeutico della corsa consiste nel potere che ha il corpo di illuminare i misteri della mente.
Valerie Andrews ha pubblicato nel ‘78 un libro sul potere psichico della corsa che è stato tradotto anche in italiano per le edizioni Sugarco, ora introvabile. Nel suo libro la scrittrice americana raccoglie molte testimonianze e conclusioni sulla corsa, studiata come transizione a stati di coscienza alterati e come metodo di cura della depressione. In seguito a questi e altri studi possiamo tracciare in sintesi quali sono gli effetti sulla salute psicofisica del podista.
Prima fase
Nelle prime settimane d’allenamento otteniamo un corpo e una mente più puliti in quanto bruciamo i rifiuti biochimici che sono anche i portatori delle emozioni negative. Poi iniziamo a liberare le miriadi d’emozioni che sono bloccate nel nostro corpo. Infatti, ogni volta che ci arrabbiamo oppure abbiamo paura, diamo un giro di vite a diverse parti del corpo, accumulando nodi muscolari. Quando corriamo, la cresciuta quantità di ossigeno circola liberamente e questi punti morti vengono spezzati. Ciò permette di riscoprire sensazioni fisiche di cui prima eravamo solo vagamente consapevoli.
Seconda fase
Nello stadio successivo del nostro allenamento dopo qualche mese, impariamo ad evitare sgradevoli cambiamenti d’umore e a lottare contro quel senso d’impotenza che soffoca qualsiasi salutare gusto della vita. Riusciamo addirittura a liberarci da paure e da ansie specifiche, poiché lo jogging ci permette di controllare i sintomi fisici dell’ansia (battiti cardiaci accelerati e difficoltà di respirazione) e ci aiuta a gestire l’istintiva reazione biologica alla fuga in situazioni pericolose.
Terza fase
Dopo essere passati attraverso questi stadi iniziali di purificazione, quasi inconsapevolmente cominciamo ad apportare alterazioni più sensibili alla nostra vita quotidiana. Abbiamo più energia e nuova vitalità da impiegare nelle esperienze future.
A questo punto abbiamo anche ripreso i cicli naturali per mangiare, dormire e sentirci attivi, in quanto lo jogging attiva gli impulsi più profondi dell’inconscio.
La corsa ci conduce ad uno stato trascendente e capita di percepire simultaneamente diversi stati di consapevolezza che vanno dall’esperienza della coscienza universale ad un accresciuto potere telepatico, alla chiaroveggenza e perfino a stati extracorporei.
Un percorso che arriva da lontano
La cura del corpo come pietra miliare per ottenere maggiori poteri psichici risale agli antichi Greci e alle scuole esoteriche egiziane. Oggi noi sperimentiamo le grandi trasformazioni della coscienza nei gruppi. Mentre è positivo correre da soli allo scopo di indagare nell’inconscio, correre con altra gente è una cosa del tutto diversa, un "legame sincronico" che ci permette di addentrarci totalmente in stati meditativi.
Lo jogging può essere usato anche semplicemente come modalità di scarico delle tensioni fisiche accumulate in una giornata di lavoro. Fatto la mattina presto è un ottimo metodo di risveglio che attiva il corpo e la psiche, preparandoli a dare il massimo nel corso della giornata.
Programma di corsa
Correte regolarmente almeno due volte alla settimana per venti minuti le prime tre settimane, aumentando di dieci minuti ogni tre, fino ad un’ora di corsa. In quattro mesi d’allenamento potete raggiungere i cinque livelli terapeutici della corsa.
Qualche consiglio
Se durante la corsa non riuscite a mantenere i tempi prestabiliti cercate di non fermarvi, ma di camminare lasciando che le braccia si muovano avanti e indietro. Riprendete la corsa solo quando vi sentirete pronti.
Cercate di mantenere la regolarità e la scadenza bisettimanale in orari prestabiliti.
Cercate un percorso nella natura che sia di vostro gradimento.
Fate in modo che la corsa diventi un’abitudine e un gioco.
Tralasciate ogni apprezzamento o critica sul vostro conto durante l’allenamento.
Abbiate fiducia che migliorerete naturalmente senza fatica o sforzo.
Quando terminate di correre rallentate lentamente la velocità, camminate per qualche minuto poi stendetevi e rilassatevi, portando l’attenzione sul respiro e lasciandovi guidare dalle immagini.
Se durante la corsa non riuscite a mantenere i tempi prestabiliti cercate di non fermarvi, ma di camminare lasciando che le braccia si muovano avanti e indietro. Riprendete la corsa solo quando vi sentirete pronti.
Cercate di mantenere la regolarità e la scadenza bisettimanale in orari prestabiliti.
Cercate un percorso nella natura che sia di vostro gradimento.
Fate in modo che la corsa diventi un’abitudine e un gioco.
Tralasciate ogni apprezzamento o critica sul vostro conto durante l’allenamento.
Abbiate fiducia che migliorerete naturalmente senza fatica o sforzo.
Quando terminate di correre rallentate lentamente la velocità, camminate per qualche minuto poi stendetevi e rilassatevi, portando l’attenzione sul respiro e lasciandovi guidare dalle immagini.
Valter Orioli, psicologo e terapeuta, abita a Monza.